Anceschi Giovanni

Giovanni Anceschi è nato a Milano il 12 settembre 1939.
Nel 1959 ha fondato con Boriani, Colombo e Devecchi, il gruppo T.
Artista cinetico, è anche designer grafico e multimodale, teorico dell'arte e del design, saggista e organizzatore di cultura della visibilità, da oltre 50 anni si occupa di arte programmata e metamorfica, interattiva e immersiva, nonché di estetica informazionale.
Da bambino entra in contatto con i letterati del Novecento (conosce Montale, Ungaretti, Gadda, ha un carteggio infantile con la scrittrice Gianna Manzini).
Nel mondo dell’arte è molto vicino a Enrico Paulucci (gruppo dei sei di Torino), che ha una casa a Rapallo dove gli Anceschi vanno in vacanza ma conosce anche Giulio Carlo Argan ospite di Paulucci. Fausto Melotti li accompagna a Rapallo con la sua millequattro.
Conosce da vicino Carlo Carrà, gli astrattisti Soldati, Radice, Rho e il gruppo dei concretisti con Gillo Dorfles e più avanti Luigi Veronesi e la sorella Giulia.
Nell’adolescenza saggia un’infinità di opzioni pittoriche pervenendo a una produzione post-cubista/para-futurista (1955) e poi a un ciclo di inchiostri vicini a Crippa, Dova e Wilfredo Lam.
Entrato, infine, in contatto con Enrico Baj, produce lavori gestuali, polimaterici e informali.  Esporrà con lui alla Galleria parigina “Le soleil dans la téte” nel dicembre 1958.
Ma il suo vero esordio nell'avanguardia avviene pubblicando un lavoro figurale: Marziani fossili sul “Gesto interplanetario”, la rivista di Lucio Fontana, con Enrico Baj e altri.
Conosce anche Manzoni e Castellani. Con gli altri colleghi del futuro gruppo T, collaborerà alla fondazione della Galleria Azimut.
Segue come “uditore” i corsi di Achille Funi all’Accademia di Brera, dove conosce Davide Boriani, Gianni Colombo, Grazia Varisco e Gabriele Devecchi. Presso la scuola di decorazione i quattro realizzano un grande affresco sulle metamorfosi amorose di Zeus (ad Anceschi, che è il più piccolo e il più leggero e può arrampicarsi più in alto, toccano i cartoni dell’Aquila per il mito Ganimede). Anceschi viene accolto nella comunità artistica che realizzerà la mostra alla galleria Pater nel settembre del 1959, avviando l’attività e la densissima riflessione che porterà alla nascita del gruppo T.
Nel quadro delle attività di gruppo, realizza opere o “effetti”, come i Quadri clessidra ('59), le Tavole di possibilità liquide ('59) e i Percorsi fluidi (Percorsi fluidi elicoidali o rotanti ('62), spiralici ('62) e cubici ('62) dove, provocando la partecipazione interattiva dello spettatore, si esplorano le possibilità di variazione figurale prodotte dalle metamorfosi casuali della materia.
Pubblica due Grafiche programmate sull'Almanacco Bompiani '62, dove esplora i limiti percettivi della ripetibilità nell’interferenza di trame, l’interferenza fra programmazioni di successioni e l’interferenza fra sequenze di stimoli, anticipando quella che sarà chiamata Arte generativa.
Più avanti realizza opere animate elettromeccanicamente: ad esempio le Strutture acrome e tricrome ('63), dove si occupa delle soglie di ricezione e percezione, e le Strutturazioni virtuali cilindriche ('63), sul disorientamento percettivo prodotto di stimoli cinetici ciclici e interferenti.
Indaga la destabilizzazione sensoriale nell'Ambiente a chock luminosi (Parigi, '64). Per Anceschi le ricerche proseguono come collaborazioni soprattutto con Boriani, fino al ’65 con l'Ambiente stroboscopico (Eindhoven).
Fra il '64 e il '66 sviluppa con Boriani un importantissimo progetto: l’Ambiente per un test di estetica sperimentale: un'indagine scientifica che si propone di misurare il gradimento estetico (Zagabria, '65).
Le relazioni col gruppo proseguono poi partecipando a progetti organizzati da Boriani e Colombo fino al ‘68.
Negli anni ‘70 e inizio ’80, Anceschi sarà molto vicino alla poesia visiva e alle performances e letture del gruppo poetico che gravita attorno alla rivista “TamTam”: Adriano Spatola, Corrado Costa, Giulia Niccolai, Milli Graffi. Il gruppo si muove intorno alla nozione di “Poesia totale”.
Nel 1974, Anceschi inizia la pratica degli “Hiperreadymade”, firmando, un esemplare di multiplo plagiato delle Tavole di possibilità liquide, realizzato negli Stati Uniti,
Il progetto Hyperreadymade, è stato presentato in “Domus circular” ideato da Hans Urlich Obrist e Stefano Boeri, Stadio di San Siro, Milano, il 14 aprile 2005 e nel quadro dei seminari artistici presso la Falcoltà di design e arti del'IUAV Venezia, nel 2006.

 

 

Opere in collezioni pubbliche:

 

MACBA, Museo de Arte Contemporaneo, Buenos Aires

Museo del Novecento, Civici Musei di Milano

Fondazione VAF, Francoforte

Museo MART, Rovereto

MAMBO, Galleria d’Arte Moderna di Bologna

Cantiere del ‘900, Collezione Intesa San Paolo, Milano

Museum Ritter, Waldenbuch, Germania

 

MACBA, Museo de Arte Contemporaneo, Buenos Aires

Museo del Novecento, Civici Musei di Milano

Fondazione VAF, Francoforte

Museo MART, Rovereto

MAMBO, Galleria d’Arte Moderna di Bologna

Cantiere del ‘900, Collezione Intesa San Paolo, Milano

Museum Ritter, Waldenbuch, Germania