un omaggio in chiave contemporanea all’immenso poema di Lucrezio,
pubblicato per la prima volta a Brescia 550 anni fa.
Josè Manuel Ballester_Chila Burman_E.T. De Paris_
Antonio Riello_ Andrea Salvatori_ Aiko Tezuka
Officina come luogo del Fare Arte con i medium più disparati
De Rerum Natura, uno dei libri più noti dell’ antichita’ classica, celebrato da Cicerone e per lunghissimo tempo destinato all’oblio, uscito a stampa in prima edizione (Editio Princeps) 550 anni fa da Ferrando editore (Brescia 1473), vent’anni dopo la pubblicazione della Bibbia di Gutenberg (Magonza 1453).
Brescia apparteneva alla Repubblica di Venezia che era la stamperia del mondo antico. Grandi editori come Manuzio pubblicavano libri per molte comunita’ che avevano il loro fondaco a Venezia: Armeni, Tedeschi, Ebrei del Ghetto o recuperavano i classici greci dalla Marciana e dal Fondo del Cardinale Bessarione.
Questa l’occasione, durante l’anno che vede Brescia Capitale della Cultura Italiana 2023 e il Festival del Contemporaneo ArtDate (con tappa a Brescia dal 24 al 26 novembre) , per ricordare il grande filosofo e poeta Lucrezio (Tito Lucretio Caro).
Il titolo gioca su un’ ambiguità data dal significato ultimo del messaggio di Lucrezio sulla Natura delle Cose e la presenza nel titolo del sostantivo “Natura”. E da qui una serie di lavori che presentano elementi naturali attraverso media differenti.