Ennio Chiggio nasce a Napoli nel 1938.
Compie studi tecnici e poi artistici a Venezia ove frequenta con discontinuità l’Accademia e la Facoltà di Architettura. Durante gli studi nel 1957 inizia a dipingere adoperando piccoli addensamenti grafici informali a china nera su carta e composizioni a tempera con campi cromatici contornati da segni neri su cartoncino. In quel periodo i suoi interessi cambiano e si sviluppano rapidamente.
Nel 1958-59 frequenta un gruppo di giovani artisti padovani che seguono i corsi liberi presso lo studio del Prof. Travaglia, docente aperto alle ultime tendenze dell’arte contemporanea e dell’architettura.
Alcuni di questi allievi fondano nel 1959 a Padova il Gruppo EnneA a cui Chiggio si unisce. Dapprima è un gruppo allargato di giovani che cerca di seguire gli avvenimenti artistici locali ed in qualche maniera presenziare ai vari concorsi per opere d’arte negli appalti pubblici. Queste prime esigenze, che sottintendevano anche problemi più sostanziali, vengono progressivamente alla luce; si precisano gli obiettivi e quindi più tardi il gruppo si restringe a cinque elementi (Gruppo N). Si supera la gestualità informale per aderire a composizioni formali più strutturate in senso costruttivista con una più spiccata attenzione alla psicologia della forma.Tali scelte vengono stimolate da Massironi e Biasi tramite le esposizioni organizzate a Padova con le modalità operative degli artisti Motus e dagli incontri con Castellani e Manzoni a Milano presso Azimut. Chiggio, influenzato positivamente da tali strutture visive, inizia ad operare su spazi sequenziali e ripetitivi sviluppando la componente fenomenica dell’atto artistico. Dalla fondazione del Gruppo Enne fino al 1964, fortemente motivato dall’operare collettivo, agisce all’interno delle ricerche visuali di gruppo anche durante il periodo di assenza per prestare servizio militare, informato da Biasi e Costa sulle attività di gruppo attraverso una copiosa corrispondenza.
Al rientro a Padova, definisce sempre con maggiore precisione l’ambito operativo costruendo “oggetti” ottenuti dalla piegatura e taglio di cartoncini neri, come struttura materiale percettiva in grado di superare l’aleatorietà pittorica del quadro informale.
Ritiene molto importanti, per la sua formazione artistica, gli scambi di informazioni con gli artisti internazionali confluiti nelle Nuove Tendenze e il clima irripetibile degli incontri con il critico Matko Mestrovic avvenuti a Padova e poi anche a Zagabria. Almir Mavignier conosciuto nelle Nuove Tendenze e frequentato assieme a Toni Costa durante i soggiorni patavini, si fa mediatore Thomas Maldonado per la mostra del gruppo allo Studio F di Ulm.
Nel 1964 Chiggio fonda con Teresa Rampazzi il Gruppo di fonologia sperimentale NPS (Nuove Proposte Sonore) per la produzione di oggetti sonori (Musica elettronica). Apre uno studio attrezzato con apparati per la produzione di eventi sonori sintetici di cui cura anche l’aspetto teorico e il sistema di notazione. Alcuni oggetti di Chiggio/NPS fanno da spazio sonoro sia nella sezione del Gruppo Enne alla XXXII Biennale di Venezia nel 1964 e sia alla retrospettiva al Museo d’Arte Moderna di Lodz del 1967. Questa attività mette Chiggio e gli altri componenti del NPS in contatto con altri famosi laboratori di musica d’avanguardia europei con i quali esegue audizioni di eventi musicali fino al 1977.
Nel 1980 Chiggio, che aveva iniziato il suo insegnamento presso l’Accademia di Venezia nel 1978, approfondisce ulteriormente le proprie ricerche in ambito semiologico intorno agli enunciati dell’Arte, indagando i comportamenti delle avanguardie storiche. Continuando la significativa esperienza di aprire punti di incontro e laboratori, apre a Padova con Giulia Laverda, la galleria TOT, per la quale cura le mostre sulle tendenze radicali del design contemporaneo come Ultramobile, Memphis, Alchimia, Gufram, oltre che le installazioni e ricerche concettuali sulla performatività del linguaggio ludico del gruppo TATA, fondato assieme agli architetti Baruffi, De Santi, Rigo, Pavan, Zambon, agli artisti Garner, Pardini e al critico d’arte Ernesto Luciano Francalanci, con cui si unisce in un lungo sodalizio sia didattico che critico. Tale attività inizia con la pubblicazione del volume “Del Ludico” edito da Mazzotta e prosegue con una serie di libri oggetto prodotta dalle Edizioni Tot. L’esperienza collettiva dei Ludici si conclude nel 1988. Di questo operare si sono occupati lo storico Ernesto L. Francalanci docente a Venezia ed Annamaria Sandonà dell’Università di Padova. Fin dai primi anni del suo operare artistico Chiggio affianca la ricerca visuale con altre attività produttive nel tentativo non solo di supplire al vuoto economico prodotto dall’ostinato rifiuto di partecipare alla “kermesse” del mercato artistico, ma anche profondamente motivato dalla coscienza dei limiti di un operare artistico autoreferenziale. Dal 1964 al 1977, come professionista, apre uno studio di design che opera in Italia e all'estero nei settori elettromeccanico, arredamento, illuminazione, occhialeria e nel settore della prefabbricazione leggera (Premio SMAU per l'orologio di controllo della Solari). Collabora attivamente alla definizione della figura professionale del designer presso l’Associazione Disegno Industriale di Milano facendo parte nel 1973 del consiglio direttivo e rappresentando il design italiano al Convegno Internazionale ICSID di Kyoto con Enzo Mari.
Dal 1975 al 1991 svolge la direzione artistica per imprese italiane ed estere.
L’esperienza accumulata in ambito semiologico negli anni di insegnamento, lo portano a coordinare tra il 1978-81 i Seminari sulla Immagine riprodotta e l’Illustrazione presso Lucca Comics. Diviene editor dei primi Annuari dell’Illustrazione Italiana per l’editrice Q. Nel 1996 apre a Padova il laboratorio multimediale “Embtool” dove attua ricerche eidomatiche con attenzione al video digitale. In tale struttura esegue documentari e cortometraggi sull’architettura e sull’arte con la collaborazione di Alberta Ziche. Nel 1999 progetta catalogo (Skira edizioni) e allestimento della mostra “MIR” per il Museo di Bolzano, a cura di Ernesto L. Francalanci e Roberto Masiero. Nel 2003 è curatore con Virginia Baradel e Roberto Masiero della mostra “La Grande Svolta” presso il Palazzo della Ragione di Padova, per la quale si occupa inoltre del coordinamento d’immagine. Per quanto riguarda l’elenco delle mostre individuali e collettive fino al 1976 si può fare riferimento a quanto presente nel libro di Italo Mussa sul Gruppo Enne. Dopo tale data valgono le date ed i riferimenti di tutte le manifestazioni dedicate al gruppo.
Per quanto riguarda l'elenco delle mostre individuali e collettive fino al 1976 si può fare riferimento a quanto presente nella fondamentale monografia di Italo Mussa, Il Gruppo N. La situazione dei gruppi in Europa negli anni ’60, Bulzoni Editore, 1976.
Dopo tale data valgono le date ed i riferimenti di tutte le manifestazioni dedicate al gruppo con riferimento al nuovo importante volume GRUPPO N, Silvana Editoriale, 2009.