G.R.A.V.    La condition d'instabilité de la vision

G.R.A.V. La condition d'instabilité de la vision
02 ottobre_18 dicembre 2010

H.Garcia Rossi   J. Le Parc   F. Morellet   F. Sobrino   J. Stein   JP. Yvaral

Il GRAV, uno dei fenomeni di gruppo più significativi degli anni ’60. Fondatori di un centro libero da qualsiasi pressione estetica, sociale ed economica.  Sostenitori  dell’opera d'arte come liberata dalle deformazioni della tradizione e di nuove possibilità di apertura e opportunità di ricerca. Sono respinti la figura dell’artista unico e isolato, il culto della personalità e il mito della creazione come pure la produzione di opere uniche per l’élite e la dipendenza dal mercato dell’arte. Elemento comune, e più importante, il perseguimento della partecipazione dello spettatore al fatto artistico: donare all’arte una funzione sociale è lo scopo principale del proprio operare.

“Si ha un bel parlare d’integrazioni delle arti
Si ha un bel parlare di luoghi poetici
Si ha un bel parlare di una nuova formula d’arte
Si ha un bel gridare le proteste che gli altri non gridano
Ci vuole un’APERTURA, bisogna uscire dal circolo vizioso che è l’arte attuale.
L’arte attuale non è che un formidabile bluff.
Una mistificazione variamente interessata
attorno ad una semplice attività che viene designata come “ creazione artistica “.
La separazione tra questa “creazione artistica” e il grande pubblico è evidente.
Il pubblico è lontano mille miglia dalle manifestazioni artistiche,
anche da quelle considerate d’avanguardia.
Se c’è un interesse sociale nell’arte attuale,
deve tener conto di quella realtà specificamente sociale: lo spettatore.”

VIETATO NON PARTECIPARE
VIETATO NON TOCCARE
VIETATO NON ROMPERE
[Parigi, 1965]