a cura di Piero Cavellini
Dalla levità colorata dell’estetica Pop alla critica processuale dell’Arte Povera. Aldo Mondino, l’anello mancante tra l’opera di Gino De Dominicis e il genio creativo di Alighiero Boetti.
La nuova project gallery di Kanalidarte in occasione della sua apertura presenta “Aldo Mondino sessantasettanta”, una mostra antologica introduttiva al lavoro di questa eccentrica personalità, che ha contribuito in modo determinante ed unico alle ricerche artistiche degli anni Sessanta.
In mostra alcuni dei lavori appartenenti alle serie più significative dell’artista: tele quadrettate, bilance, finte litografie e finti collage, opere realizzate con l’impiego di zucchero ed altre ancora che si spingono all’installazione quali i palloncini e Vedere rosso. Un excursus che rivela la componente ludica caratterizzante la sua produzione, senza però tralasciarne l’aspetto più determinante, che lo ha sempre visto a confronto con tematiche di forte impegno.
La scelta da parte di Kanalidarte di dedicare una mostra a Mondino è legata alla volontà di rendere omaggio ad un personaggio che, seppur collocandosi sempre ai margini del sistema, è stato rappresentato da gallerie di primissimo livello come la Christian Stein di Milano e Gian Enzo Sperone a Torino e New York, a dimostrazione del valore della sua ricerca.