Una mostra storica di fotogrammi vintage dagli anni ’20 fino agli anni ’50.
Rara possibilità di poter vedere unite opere di così alto livello dei due grandi artisti.
Con la grande stagione delle avanguardie storiche crolla il concetto di rappresentazione e la fotografia inizia a occuparsi anche delle forme astratte, dei segni, della luce in se stessa, muovendosi verso soluzioni espressive diverse, che non hanno piu' la realtà visibile come riferimento, ma realtà altre, che fanno capo all'immaginario.
In tale contesto Franco Grignani, uno dei più grandi teorici della percezione visiva, e Luigi Veronesi, dopo Prampolini, il più europeo degli astrattisti italiani, perseguono una sperimentazione soggettiva che va al di là della normale percezione o obiettività.
Alla fine degli anni Venti entrambi cedono al fascino del fotogramma, (.. l'immagine luminosa ottenuta senza la macchina fotografica, segreto della fotografia... In effetti il fotogramma fu inventato da Dio quando creo' la luce, le cose e le loro ombre; gli uomini, piu' tardi, sono riusciti a fissarle sulla carta fotografica [Veronesi_1956]...).
Lavorando sempre nel contesto ottico visivo, indagando sui fenomeni della percezione sia nel contesto della pittura, del graphic design e della foto-grafica, con esperienze che anticipano le posteriori ricerche ottico –dinamiche, Grignani e Veronesi hanno lungamente sperimentato "forme virtuali", intervenendo direttamente sull'immagine a mezzo di rotazioni, torsioni, progressioni, deformazioni, scambio di direzione e rovesciamenti prospettici, facendo emergere, da una serie di sollecitazioni "provocate" artificialmente, quell'intuito che trasformava i dati, elaborandoli in base ad una scelta percettiva e di suggestione mentale, in fatto creativo - fantastico.