SONO VIVO PER MIRACOLO #2
mostra di ANTONIO RIELLO
In mostra una serie di nuove opere di Antonio Riello, rigorosamente disegnate negli ultimi due anni con la biro blu (Crystal BIC), raccontano i turbamenti e le ansie di un tempo straordinario e banale al tempo stesso. Disegni ossessivi e visionari realizzati da Riello talvolta con la collaborazione di un artista-eremita: Gabriele Bonato. Teologie, apparizioni, epifanie, misteri, devozioni, forse miracoli. Anche rinascite, riletture e risurrezioni.
L'interno della casa nell'era della pandemia. Una minuziosa enciclopedia visiva di oggetti domestici. La cucina prima di tutto e soprattutto. Ma anche il soggiorno (ambizioso e importante). Il garage. E le camere da letto. Le bottiglie di alcolici compaiono spesso nel sottofondo, inquietanti e rassicuranti.
Non solo un complesso ed esaustivo repertorio maniacale. Anche un segno liquido e fluttuante. Gli oggetti vibrano e ballano negli spazi (reali o immaginari che siano) come particelle quantiche in campi di forza elettromagnetici. Forse si stanno rapidamente materializzando. O forse stanno lentamente evaporando, trasformando la materia in qualche forma di energia. Ritratti di fenomeni di fisica quantistica? Ibridi di risonanza? Non il segno preciso della matita appunto, piuttosto la corsa quasi selvatica (e difficilmente domabile) della sfera che corre, rimbalza e scappa. Quasi scrittura automatica, quasi action-painting. Di sicuro l'immagine eterea di qualcosa che sfugge e non è perfettamente controllabile. Molto diverso dalle convinzioni diffuse e persistenti (fino a poco tempo fa) sulla realtà sociale, politica e geopolitica. Una nuova disturbante incertezza. "Heisenberg Art" o qualcosa che gli assomiglia....
Carta e penna biro. Una scelta non solo stilistica, ma anche politica: la carta e l'inchiostro inquinano davvero molto poco. Non è il momento di fare arte non-sostenibile che consumi energia elettrica per esistere.
In mostra anche lavoro a pavimento. Un'opera calpestabile, un grande zerbino tondo. La tradizione classica. La traduzione in termini artistici tardo-moderni del celebre "Scudo di Achille" (il celebre oggetto cantato nel XVIII libro dell'Iliade), ovvero il riassunto visivo di una civiltà e delle proprie iconografie. Quest'opera è realizzata in un contesto di riutilizzo e rigenerazione di materiali di risulta: fibre di cocco da zerbini usati e polvere di caucciù riciclata da copertoni di auto usate.
dal 14 Giugno al 17 Settembre 2022