José Manuel Ballester è un maestro nel destreggiarsi tra cemento e ferro, luce e spazio. Discretamente immerse nella luce colorata, le sue scene si trasformano in costruzioni grafiche, abolendo il confine tra il fotografico e il dipinto. Che sia un teatro, una fabbrica o un condominio, le strutture architettoniche nascenti di Ballester sono riflessioni sull'assenza e sullo scorrere del tempo. Struttura, colore e illuminazione sono così in simbiosi con la nozione di vuoto estetico di nuova definizione. La consapevole fusione dal classico al moderno astratto alle tendenze estremamente attuali dell'architettura e della fotografia non è, per questa star spagnola dell’arte , altro che una contraddizione, come la creazione del romantico attraverso la fredda precisione. Motivi e media appaiono ancora fra i piu’ disparati. Alla fine, rimane un quadro affascinante chiuso e per lo più semplice. Per lui, gli Spazi del Silenzio creati sono "come la ricerca del paradiso", e, per questo motivo, mostrano sempre gli stessi pregi e difetti della società, che è responsabile della loro produzione.